Ingredienti
Cremosa e ricca di sapore, la cipollata fiorentina non è la solita zuppa di cipolle. Provatela con i crostoni di pane e ve ne innamorerete.
La zuppa di cipolle è una di quelle ricette che fa storcere il naso ai più. Spesso infatti è davvero difficile andare oltre il sapore forte e l’odore lacrimevole che questo ortaggio ha da crudo. Tuttavia, se deciderete di preparare la cipollata fiorentina, scoprirete che le ricette con le cipolle non sono poi così male, tutto sta nel cucinarle nel modo giusto e nel scegliere la giusta varietà di cipolla.
A tal proposito, trattandosi di una ricetta toscana, la cipolla che andremo a utilizzare è quella del comune di Certaldo. Di forma rotonda e leggermente appiattita e dal colore virante al viola, la cipolla di Certaldo è l’ingrediente sine qua non questa zuppa non potrebbe chiamarsi cipollata fiorentina. Ovviamente, se non riuscite a trovare questo prodotto tipico, optate per una cipolla di Tropea, semplice da trovare tutto l’anno.
Come preparare la ricetta della cipollata fiorentina
Vi starete probabilmente chiedendo cosa renda questa ricetta diversa da una qualunque zuppa di cipolle. La risposta sta negli ingredienti: non solo la cipolla di Certaldo ma anche l’aggiunta di tuorli d’uovo, pomodorini e pane abbrustolito fanno di questa ricetta un vero e proprio piatto tipico toscano.
- Per preparare la cipollata cominciate affettando le cipolle piuttosto finemente e facendole rosolare a fiamma dolce in un tegame di coccio insieme all’olio.
- Quando di saranno appassite, unite il brodo vegetale e i pomodorini e fate addensare per circa 30 minuti. Dovrete ottenere una consistenza cremosa.
- Regolate di sale e pepe, togliete dal fuoco e unite i tuorli e il parmigiano, mescolando bene.
- Profumate con le foglie di basilico fresco, distribuite nei piatti e completate con un giro di olio a crudo e una fetta di pane toscano abbrustolito in padella.
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Conservazione
La cipollata si mantiene in frigorifero per 2-3 giorni. Riscaldatela in pentola prima di portarla a tavola senza dimenticare i crostoni di pane.
Origine e storia
La zuppa di cipolle è un piatto povero diffuso in varie zona d’Italia e del mondo. Come spesso avviene non esiste un’unica ricetta ma varianti famigliari tramandate a voce che sfruttano gli ingredienti e i prodotti del territorio. Nel caso della cipollata fiorentina si ha la cipolla di Certaldo, coltivata tra San Casciano e Scandicci.
Delle sue caratteristiche abbiamo già parlato nell’introduzione, sottolineandone il sapore pungente, il colore tendente al viola e la forma appiattita. Quello che non abbiamo detto è che tracce di questa coltivazione sono presenti anche nei testi del Boccaccio che la cita in una famosa novella nel libro VI:
“Certaldo è un castello di Val d’Elsa posto nel nostro contado… Nel quale usò un lungo tempo d’andare ogn’anno una volta, un de’ frati di Santo Antonio, il cui nome era frate Cipolla, forse non meno per lo nome che per altra divozione vedutovi volentieri, con ciò sia cosa che quel terreno produca cipolle famose per tutta la Toscana.”
Coltivata fin dal medioevo, la cipolla di Certaldo è stata inserita dai Conti Aliberti, proprietari del borgo, nello stemma del paese con il motto: “Per natura sono forte e dolce ancora/ e piaccio a chi sta e a chi lavora”. Nel 1633 la cipolla venne rimossa dai priori che governavano il borgo, ritenendola poco nobile e sostituendola con il più tradizionale leone ma, circa 200 anni dopo, nel 1867, il consiglio comunale ripristinò lo stemma originario. Oggi, la cipolla di Certaldo è Presidio Slow Food.